[vc_row full_screen_section_height=”no”][vc_column][vc_column_text]di Irene Graziotto.
La vie en rose, la vita in rosa, la vita in rosé.
Non si tratta di una mera traduzione della famosa canzone della Piaf, ma di un trend che condiziona l’intero orbe occidentale.
Dall’abbigliamento all’oggettistica (si vedano i fenicotteri che impazzano nelle piscine), il rosa va così di moda da spingere persino le vendite di rosé, grazie anche agli utenti Instagram che gradiscono non poco il colore tanto da aver contribuito non poco a sdoganarlo, rendendolo infine unisex.
Un fenomeno che sicuramente ha inciso nell’aumento dei rosati consumati dagli uomini, i cosiddetti brosé.
Dati Produzione
La categoria rosé ha saputo conquistare in maniera trasversale pubblico, nazioni, genere ed età. Nel 2017, riportano fonti Nielsen, l’aumento nella vendita dei rosati ha registrato un +53% negli US, un dato nettamente superiore alle crescita relativa all’intera categoria.
Ad aver spinto le vendite sono stati – forse senza sorpresa – i Millennials.
Non senza falsificazioni, come rivelato qualche settimana dalle autorità di controllo francese secondo cui negli scorsi due anni siano stati venduti come rosato francese 70.000 ettolitri – equivalenti a 10 milioni di bottiglie – di rosado spagnolo (in dettaglio).
E non senza discussioni – si vedano ad esempio, quelle relative al Prosecco Rosé, fortemente voluto dalla Doc e rigettato invece dalle due Docg.
I maggiori mercati
Nel 2014 la produzione totale dei rosé (escluse le bollicine) raggiunse i 34.3 milioni di ettolitri, ovvero il 9.6% dell’intera produzione e con un tasso di crescita del 10% rispetto al 2002.
La crescita fu tale che l’OIV decise di dedicare la sua ricerca annuale del 2015 ai rosati (dossier consultabile).
La classifica dei maggiori Paesi produttori è rimasta immutata da allora e presenta, nell’ordine, Francia, Spagna, Stati Uniti, Italia, Sud Africa e Germania.
Altre zone produttrici in crescita sono Sud Africa, Cile e Australia.
In Francia tanto rosé viene consumato localmente quanto esportato, tanto da confermarsi anche primo paese consumatore.
Quanto all’esportazionese nel 2007 la Francia esportava 5 milioni di litri, nel 2017 ne ha esportati ben 30.
Per capire un mercato in cui mancano dati aggiornati a livello mondiale e ci si deve affidare ai numeri comunicati da una o l’altra denominazione, abbiamo coinvolto la Master of Wine Elizabeth Gabay, fra i maggiori esperti mondiali di rosé e forse la prima ad aver preso seriamente in considerazione un fenomeno che in molti consideravano semplicemente un trend da casalinghe e millennials.
Uscito nel 2018, il suo libro Rosé: Understanding the Pink Wine Revolution, fornisce una delle maggiori panoramiche su dati e tendenze all’interno di quello che è tutto tranne che un movimento monoblocco.
Quando è iniziato esattamente il trend dei rosé? Secondo lei, c’è stato qualcosa in particolare che ha innescato il “fenomeno rosé”?
EG: La moda dei rosé è andata e venuta già altre volte – dopo la guerra e negli anni Cinquanta e poi nuovamente di moda a partire dalla metà degli anni Novanta.
La grande differenza di questo ultimo trend è stato il maggiore focus sulla ricerca e lo sviluppo qualitativo, grazie anche al centro di Vidauban – il centro di ricerca sui rosati che si trova in Provenza, ndt – e nel tipo di marketing dell’ultimo decennio che si è avvalso dei social media.
Il 2007 sembra essere stato l’anno di svolta per i rosati con numerose aziende in tutto il mondo che improvvisamente hanno iniziato a pensare ad un vino rosé.
Quali sono i fattori di successo del rosé?
EG: La maggior parte delle persone ritiene che una delle principali ragioni consista nel fatto che il rosé è un prodotto carino e immediato – chiunque e di qualsiasi età può apprezzarlo anche senza grande conoscenza del vino.
Fra i maggiori cambiamenti che riguardano i rosé di tutto il mondo, va menzionato lo spostamento verso tonalità più chiare, più pallide.
Nell’articolo “The pale and uninteresting problem with rosé” su WineSearcher lei ha dichiarato che “Molte aziende – alcune in Provenza e molte altrove – stanno raccogliendo i grappoli tropo presto.
Questo non rende il vino più chiaro ma rende semmai questi vini chiari poco piacevoli da bere”.
Elizabeth, lei ritiene che una volta che i consumatori si saranno stancati di questi vini dallo scarso profilo aromatico si tornerà a più scuri (e profumati) rosé?
EG: Ritengo che il profile del consumatore cambierà di sicuro. Il rosé chiaro, neutro, bevuto ghiacciato andrà sempre bene per il consumo a bordo piscina o in riva al mare, oppure usato nei cocktail, servito con del ghiaccio.
Il perfetto vino leggero per l’estate. Il problema di questi vini più leggeri è che nelle competizioni non riescono ad ottenere validi punteggi – e in un mercato dove le medaglie e i punti sono importanti, questi vini falliranno nel catturare il mercato serio, e quindi sì, verranno lasciati da parte.
Il successo dei rosé sta crescendo anche in virtù del fatto che vengono ampiamente usati nei cocktail?
EG: Sì, decisamente – grandi quantità di rosé vengono vendute anche aromatizzate alla frutta.
Un altro importante passaggio è stato quello dai rosé con un elevato residuo zuccherino ai rosé secchi.
Ritiene che il quantitativo di zucchero sia un fattore chiave per un rosé?
EG: Come per gli altri tipi di vino, i vini abboccati vengono guardati dall’alto in basso – forse perché a causa delle normative legate alla guida in stato di ebbrezza, oggi raramente ci concediamo l’opportunità di bere vini più abboccati durante i pasti?
In ogni caso ciò che è importante non è lo zucchero, ma l’equilibrato rapporto di zucchero e acidità.
Pregiati rosé della zona di Anjou possono essere altrettanto belli quanto alcuni importanti vini bianchi dolci, e di grande riuscita qualora serviti con frutta, pomodori, formaggi, marmellate, etc proprio in virtù della loro intensa freschezza.
White Zinfande ha lo stesso zucchero residuo dei Rosé D’Anjou, ma non ha però acidità.
Se l’acidità è ben bilanciata, lo zucchero è pressoché impercettibile.
Quali altri grandi cambiamenti, se ve ne sono stati, hanno influenzato il mondo dei rosé negli ultimi dieci anni?
E quali saranno le tendenze? Ne parliamo nel prossimo post/articolo.
A presto.
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