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Questi standard, di cui va sottolineata la natura volontaria, ampliano il raggio di controllo e di azione anche su altri aspetti documentali, come per esempio, il controllo delle conformità delle etichette, il confronto delle tabelle nutrizionali riportate in etichetta con i risultati analitici, oltre ad altri aspetti legati ai requisiti specifici e legali delle nazioni nelle quali essi vengono applicati.
BRC
Lo standard BRC – British Retailer Consortium – è nato in Inghilterra.
Da gennaio 2015 è in vigore il BRC Global Standard for Food Safety: Issue 7.
Questa versione deriva dal bisogno di allineamento rispetto alle principali istanze emerse negli ultimi anni, quali, nello specifico cambio dei Regolamenti (allergeni, etichettatura, ecc.), rischi in aumento come bioterrorismo e frodi, considerazione delle “best practices” nelle aziende alimentari (ad esempio, rilevamento a raggi-X), considerazioni sull’incremento dei requisiti dei retailers, analisi dei risultati e feedback degli audit svolti a fronte delle versioni precedenti.
Ad oggi il BRC è uno degli strumenti più validi per la valutazione dei fornitori di marca privata, ma anche un riferimento per la “best practice” nell’industria alimentare sul quale molti operatori della filiera alimentare hanno basato i loro programmi di valutazione e qualifica fornitori.
Lo standard richiede:
- l’adozione di un sistema HACCP secondo I principi del Codex Alimentarius;
- l’adozione di un sistema documentato di gestione della qualità;
il controllo dell’ambiente produttivo, del prodotto, del processo e del personale
Il nuovo BRC Issue 7 cerca di riequilibrare il processo di audit, aumentando la quantità di tempo passato dall’auditor all’interno delle aree di lavorazione, e ha inoltre permesso di rivedere la formulazione dei requisiti e il layout dello standard, semplificando e rimuovendo alcune ambiguità: ad esempio, vi è stata una riduzione del 25% del numero dei requisiti, eliminando o unendo quelli già esistenti così che ognuno fosse significativo.
Il BRC è suddiviso in 7 capitoli :
- Impegno della direzione
- HACCP
- Sicurezza Alimentare e Sistema di gestione della qualità
- Standard dello stabilimento
- Controllo del prodotto
- Controllo dei processi
- Personale
L’uso degli audit non annunciati da parte dei clienti come mezzo di controllo sta diventando sempre più comune in alcuni mercati, ed è concepito come un valore aggiunto e una valutazione più realistica dell’azienda.
La nuova versione prevede due opzioni per la scelta degli audit non annunciati:
- Opzione 1: l’intero audit non è annunciato (come nella versione precedente)
- Opzione 2: l’audit viene realizzato in due momenti diversi:
- Parte 1 Audit non annunciato – in gran parte basato sul processo produttivo e sulle buone pratiche di fabbricazione, effettuato in anticipo sulla data di scadenza;
- Parte 2 Audit annunciato – in gran parte basato sulla revisione dei sistemi documentali, procedure e registrazioni, effettuato alla normale data di scadenza.
L’enfasi sulle Good Manufacturing Practices, unitamente all’elemento “Audit non annunciato” aumenterà la fiducia dei clienti nell’audit e nel valore del certificato ottenuto.
BRC promuoverà il sistema degli audit non annunciati per aiutare le aziende a raggiungere il Grado A +.
IFS
L’IFS – International Featured Standard – è uno strumento equivalente al BRC emesso dai più importanti nomi della GDO tedesca, francese ed italiana.
Lo standard attualmente adottato è l’IFS Food 6 aprile 2014 – non si tratta di nuova versione rispetto all’IFS Food 6, bensì di una versione consolidata che permette di includere tutti i requisiti e i chiarimenti forniti da IFS dopo la pubblicazione di IFS Food 6 nel gennaio 2012.
I principali passi da compiere per un’organizzazione che voglia certificarsi IFS sono un’accurata analisi dei rischi (microbiologico, biologico, chimico, fisico, allergeni), oltre ad una valutazione e controllo di tutti i propri fornitori, sia di materie prime che di imballi primari e materiale a contatto con gli alimenti.
Basilare è il processo di approvvigionamento, per il quale i criteri di valutazione e qualifica devono essere chiari e si basano su:
- audit ai propri fornitori
- certificati di analisi
- affidabilità/reclami
- valutazione del rischio
La versione 6 prevede del gennaio 2012 prevede le seguenti novità:
- introduzione di un nuovo metodo per il calcolo della durata degli audit sulla base di tre criteri: numero totale di persone in azienda, numero di scopi/categorie di prodotto, numero di fasi di processo
- introduzione del processo di certificazione semplificato a favore dei produttori di prodotti stagionali (ovvero quei prodotti che sono processati in un periodo particolare dell’anno) in modo da inserire, in un certificato IFS preesistente, un prodotto stagionale supplementare senza dover effettuare una nuova verifica o, nel caso di aziende multi-sito, in modo da ridurre il dispendio di tempo e di denaro
- un nuovo grado di valutazione, pari a “D”, prevedendo la sottrazione del punteggio (sono previste penalità fino a meno 20 punti)
- maggiore attenzione ai requisiti legati alla qualità del prodotto finito (oltre alla sicurezza alimentare) e a quelli relativi al packaging
- messa a punto di nuovi criteri per tutti quei prodotti oggetto di commercializzazione da parte dell’azienda
- introduzione del concetto di “Integrity Program – Assicurazione della Qualità” al fine di monitorare, attraverso azioni preventive, le performance degli auditor e degli Enti di Certificazione oltre a quelle delle aziende verificate, e di gestire, come azione correttiva, qualsiasi reclamo indirizzato ad IFS
- introduzione del concetto di “Food defense” con l’obiettivo di proteggere la catena alimentare da attacchi esterni (bioterrorismo, contaminazioni e contraffazioni).
All’interno dello standard sono anche definiti alcuni requisiti denominati “fondamentali” e che sono indicati all’interno della check-list come “KO – knock out”: il loro mancato soddisfacimento comporta l’impossibilità di ottenere la certificazione.
I 10 requisiti definiti come “KO” riguardano la Responsabilità della Direzione, il Sistema di monitoraggio per ogni CCP – punti di controllo critici, l’Igiene del personale, le Specifiche relative alle materie prime, la Conformità alla ricetta, la Gestione dei corpi estranei, il Sistema di Rintracciabilità, gli Audit interni, la Procedura di ritiro e richiamo dei prodotti e, infine, le Azioni Correttive.
Gli standard ISO sono vari stati e sono stati ideati dall’International Organization for Standardization e sono stati ideati per definire i requisiti internazionali dei Sistemi di Gestione per la Qualità.
ISO 9001
Lo standard ISO 9001 rappresenta il più popolare tra gli standard ISO e descrive l’insieme della struttura organizzativa, delle procedure, dei processi e delle risorse necessari ad attuare la gestione della qualità in una azienda.
A settembre 2015 è stata pubblicata la versione 9001:2015 per facilitare la sua implementazione all’interno delle organizzazioni, grazie ad un linguaggio che è stato reso più semplice, per una maggiore comprensione dei requisiti.
Il cambiamento chiave di quest’ultima versione riguarda la “filosofia del rischio”: in parole povere, viene chiesto alle organizzazioni di affrontare rischi ed opportunità, pianificare le relative azioni gestionali e stabilire gli obiettivi per la qualità.
Il maggior vantaggio dell’ISO 9001:2015 è stato quello di essersi allineata ad altre norme del sistema di gestione ISO, come la ISO 14001 per la certificazione ambientale e la OHSAS 18001 per la salute e sicurezza sul lavoro.
ISO 22000
La ISO 22000 è lo standard del sistema internazionale ISO specifico per la sicurezza alimentare. L’ultima versione è stata pubblicata nel Settembre 2005.
La sua attuazione può essere allineata o integrata con i requisiti esistenti relativi agli altri sistemi di gestione qualità (quali ad esempio la norma ISO 9001).
È destinata all’applicazione da parte delle organizzazioni che ricercano un sistema di gestione per la sicurezza alimentare, che va oltre rispetto a quanto normalmente richiesto dalla normativa cogente.
Ai principi HACCP vengono infatti integrati i PRP, ovvero i Programmi di Prerequisiti.
I PRP sono tutti quei presupposti e attività di base (in riferimento alla sicurezza alimentare), necessarie per mantenere un ambiente igienico lungo tutta la filiera agroalimentare, che sia idoneo alla produzione, gestione e fornitura di prodotti finiti sicuri e alimenti sicuri per il consumo umano.
Le categorie di aziende che possono certificarsi ISO 22000 sono quelle inerenti:
- produzione primaria (animale e vegetale)
- trasformazione
- produzione di mangimi e alimenti per animali
- stoccaggio, distribuzione e trasporto
- ristorazione collettiva
- servizi
- produzione imballaggi
- produzione prodotti chimici e biologici per l’industria alimentare
ISO 22005
L’ISO 22005 certifica la rintracciabilità nella filiera alimentare e mangimistica e viene spesso scelto da quelle organizzazioni che intendono valorizzare e comunicare l’origine dei prodotti e delle materie prime utilizzate.
I vantaggi nell’applicazione di questa certificazione sono numerosi: innanzitutto, l’ISO 22005 rappresenta un valido ed efficace strumento di garanzia della qualità delle produzioni, concorrendo ad aumentare la fiducia dei propri clienti e del consumatore finale.
Oltre a ciò esso ottimizza i processi interni, garantisce il rispetto del Reg. CE 178/02 in tema di tracciabilità e rintracciabilità degli alimenti, facilitando la gestione della documentazione e delle informazioni anche in merito alle procedure di ritiro e richiamo dei prodotti.
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